La PIPAC (Pressuruzed IntraPeritoneal Aerosol Chemotherapy – chemioterapia intraperitoneale nebulizzata e pressurizzata) consiste nella nebulizzazione intracavitaria, con tecnica laparoscopica, di farmaci chemioterapici al fine di incrementarne la penetrazione intracellulare ed interstiziale, potenziandone l’attività con riduzione dei dosaggi. Obiettivo della PIPAC è di permeare tutte le superfici endocavitarie con l’aerosol nebulizzato, interessando anche spazi altrimenti difficilmente raggiungibili. La tecnica laparoscopica consente, inoltre, di valutare la diffusione delle carcinosi e di controllarne l’impregnazione farmacologica durante la procedura. PIPAC trova quindi indicazione nel trattamento palliativo delle carcinosi, specie quelle con ascite refrattaria e neoadiuvante per pazienti non al momento eleggibili all’intervento chirurgico (debulking).

L’attuale letteratura scientifica attesta che la tecnica PIPAC offre buoni risultati ed è una metodica sicura per il trattamento della carcinosi peritoneale nei pazienti sui quali non si può intervenire con la tradizionale rimozione chirurgica. Il suo impiego ha principalmente finalità PALLIATIVA e in alcuni casi NEOADIUVANTE. I trattamenti PIPAC permettono di utilizzare solo il 10% di chemioterapico rispetto alle terapie per via sistemica. La durata media del trattamento è di circa 30 minuti.

PIPAC prevede l’utilizzo di:

  • CapnoPen inserito attraverso un trocar a palloncino del diametro di circa 10-12 mm. CapnoPen è un sistema composto da un micro atomizzatore in acciaio medicale con linea integrata di connessione agli iniettori; è il dispositivo esclusivo per la tecnica PIPAC e può essere utilizzato solo da medici addestrati all’uso del sistema presso Centri Ospedalieri Accreditati
  • Un iniettore ad alta pressione o siringa ipodermica manuale disponibile in commercio.
  • Sistemi DPI per chemioterapia.

I vantaggi principali sono:

  • La pressurizzazione facilita l’up-take del farmaco vincendo le resistenze interstiziali e di membrana.
  • La nebulizzazione e la micronizzazione del farmaco chemioterapico sono fattori intrinseci di diffusibilità superiore a quella ottenibile con lavaggi intracavitari.
  • La stratificazione del farmaco chemioterapico in forma micronizzata sui tessuti ne assicura il completo assorbimento, aumentandone l’efficacia con sostanziale riduzione di dose.
  • La CO2 impiegata per la distensione addominale con tecnica videolaparoscopica, determina acidosi metabolica locale. Tra i chemioterapici più frequentemente utilizzati, i Bioalchilanti, in questa condizione acidotica, esprimono la massima efficacia.
  • La tecnica videolaparoscopica mininvasiva permette la ripetizione della procedura in tempi ravvicinati per un più completo risultato terapeutico.